Un’antica leggenda del Sol Levante, racconta il mito della prima carpa Nishikigoi e della Porta del Drago, menzionata per la prima volta nel 1279, in uno dei più importanti testi della letteratura Buddista chiamato, “Sutra del Loto.”

“Nel corso superiore del fiume Giallo, c’è una cascata dal nome Ryumon, che significa Porta del Drago. Le sue acque precipitano da un’altezza di cento piedi, più rapide di una freccia scagliata da un forte arciere. Si dice che un gran numero di carpe si raccolgano nel bacino sottostante sperando di risalire la cascata e che quella che riuscirà nell’impresa di tramuterà in un drago.

Tuttavia, non una carpa su cento, su mille o anche su diecimila riesce a risalire la cascata, nemmeno dopo dieci o venti anni. Alcune sono trascinate via dalle forti correnti, altra cadono preda di aquile, falchi, nibbi e ci vette, e altre ancora vengono pescate con le reti, con i cesti e a volte perfino con i dardi, dagli uomini che si allineano su entrambe le rive della cascata.”

Da qui, la simbologia attribuita a questo splendido animale, apprezzato e stimato come simbolo di coraggio e perseveranza, di forza e di energia, nonché per la sua estrema bellezza. Emblema di forza di volontà, ci fa riflettere sulla vita, sacrifici, fatiche e sforzi, che possono essere premiati dalla realizzazione di grandi imprese.

Nel prefetto di Niigata, nelle aree montuose a nord del Giappone, i contadini, a causa degli inverni particolarmente freddi e pieni di calamità come le abbondanti nevicate, sfruttavano questi pesci come fonte di cibo, pertanto iniziarono a praticare veri e propri allevamenti all’interno di questi stagni, notando che con il passare del tempo, alcuni esemplari iniziavano a manifestare macchie di colore sul dorso. Da qui, si iniziò a sperimentare numerosi incroci tra le varie carpe iniziando cosi a portare svariate ed innumerevoli mutazioni di colori e macchie, nonché di rare manifestazioni di linee genetiche.